Trasferirsi a Berlino: 8 ragioni per cui l’Italia non vi mancherà

Trasferirsi a Berlino è un’idea che solletica tanti giovani italiani. Facile capire il perché: tralasciamo i drammi quotidiani con cui un non più giovanissimo deve interfacciarsi ogni giorno in Italia. Berlino è una capitale briosa, che non annoia mai: un magma in continuo movimento, che affascina a prescindere dalla forma e dalla sostanza.

A Berlino c’è tutto ciò di cui un giovane possa sentire il bisogno: opportunità lavorative, divertimento dal soft allo sfascio, possibilità di vedere realizzati progetti personali e professionali.

Ma la vita non è fatta solo di grandi obiettivi. Anche le piccole cose contribuiscono al raggiungimento della felicità.

Perché Berlino?

  • Puntualità: non esiste probabilmente una strada qui, dove non ci siano lavori in corso. Che si tratti della semplice ristrutturazione di un palazzo, o del totale rifacimento del manto stradale, se si dice una data di inizio e fine intervento, quella è. Cascasse il mondo. Gli operai lavorano di giorno e di notte, e difficilmente sgarrano con le consegne. Un po’ come da noi grazie agli appalti dei subappalti dei subappalti.
  • Acqua col caffè: a differenza di molte città italiane, qui l’acqua col caffè, di norma non si paga. Non capisco secondo quale criterio la portino al tavolo solo a chi beve l’espresso, mentre a chi ha scelto il cappuccino no. Ma una caraffa è sempre a disposizione di tutti (l’acqua del rubinetto è potabile).
  • Biciclette: le auto non fanno a gara per falciare i ciclisti e i pedoni non si intestardiscono volendo passare a tutti i costi sulle piste ciclabili. Succede così anche giù da me. Da destra e da manca piovono insulti che neanche allo stadio, tutto perché chi passeggia, rivendica con orgoglio il suo diritto a transitare su quel determinato marciapiede. Il fatto che sia tratteggiato e a doppia corsia, viene probabilmente interpretato come una di quelle solite inutili espressioni di arte contemporanea, che se mi davi un pennello, lo facevo anche io!

Riciclo e rispetto dei lavoratori

  • Non si butta via niente: a Berlino (soprattutto a est) lo spreco è bandito. Non c’è da meravigliarsi se per strada si incontrano spesso mobili, frigoriferi, libri, lampade, tazze, tazzine e scodelle. Là fuori ci può essere qualcuno che ne ha bisogno, e buttare fa peccato.
  • La domenica è sacra: la domenica qui non è fatta per i centri commerciali e personalmente credo sia bellissimo. Se i negozi sono chiusi, allo shopping non ci pensi neanche. Il che è un’ottima occasione per proiettarsi verso altre attività oppure alla semplice, beata nullafacenza.
  • Pregiudizio: non è mai tardi per buttarsi in una nuova esperienza lavorativa. L’età non conta se si hanno voglia di lavorare e di mettersi in gioco. Un posto di lavoro si trova anche nonostante l’infelice condizione dell’essere nata donna. Il desiderare un giorno di mettere su una famiglia non è vissuto come una mancanza di rispetto nei confronti del datore di lavoro. L’assenza di questo genere di pregiudizi lascia un po’ perplessi all’inizio, ma poi ci si fa la brutta abitudine, tanto che i più sfacciati cominciano a far valere i propri diritti con regolarità. Ma rassegnatevi perché spesso non ce ne sarà bisogno.

Senso civico

  • Regole non scritte: esistono una serie di regole non scritte che al tedesco piace rispettare e far rispettare, pena sorbirsi un pippone di dimensioni cosmiche e diventare improvvisamente protagonisti di un siparietto indegno. Anziché spintonare le persone come si farebbe durante un concerto punk rock, qui si aspetta che i passeggeri scendano dai mezzi, prima di salirci. Guai a chi non lo fa: se beccate lo “Jürgen” della situazione vi urlerà dietro finché la metro su cui siete montati non sarà stata ingoiata negli abissi delle gallerie.
  • Pudore: dimenticate la vergogna di mostrarvi nudi nei posti in cui è previsto. È proibito infatti fare la sauna (a volte anche il bagno in piscina) con addosso il costume da bagno, poiché considerato anti-igienico. La prima volta che andrete in un centro benessere, o semplicemente negli spogliatoi di una palestra, noterete quanto se ne freghino loro, e quanto ci prendiamo male noi. Vi sentireste meglio nel commettere un reato, piuttosto che a condividere un bagno turco a contatto con così tanti organi genitali in libertà. Non preoccupatevi poi se l’occhio vi cadrà sempre lì: per chi non è abituato, è un fascino morboso e imbarazzante che si supera con un po’ di allenamento.