L’Attraversaspecchi di Christelle Dabos

Vi piacerà se:

  • Cercate un fantasy scritto dall’estro creativo di una donna geniale, con uno stile geniale, una trama geniale e dei personaggi (indovinate?) geniali. 
  • Siete consci del fatto che dovrete sacrificare parte della vostra vita sociale per rinchiudervi in casa a leggere (cosa che risulterà difficile a pochi, visto che viviamo tutti in una grande zona colorata da un pittore dal pessimo gusto).
  • Avete bisogno di rilassarvi con una lettura scorrevole, mai banale, che sì, non parla di diritti umani o cambiamento climatico, ma ehi, nella vita serve anche un po’ di leggerezza! 

Potrebbe non piacervi se: 

  • Preferite i fantasy ambientati in contesti reali (ma credetemi, anche se qui vi imbatterete in posti inventati, le logiche a volte malate che li governano sono pari pari a quelle che viviamo ogni giorno). 
  • Volete tutto e subito. Eh no, qui si crea attesa intorno agli sviluppi: quella sana, normalissima attesa, che ti trascina capitolo dopo capitolo e ti tiene incollato alle pagine mentre che so, dovresti mangiare o farti una doccia.
  • I finali aperti vi lasciano con l’amaro in bocca come quando avete scoperto che la storia di Babbo Natale era un’azione di Marketing.

Ulteriori considerazioni

  • La meraviglia nata all’inizio si ingarbuglia un po’ nell’ultimo libro della saga (in tutto sono quattro), ma se avrete la pazienza di interiorizzare dei concetti non proprio semplicissimi, il vostro giudizio sarà comunque positivo nel complesso. Il mio, perlomeno, lo è. 
  • Avrei voluto contattare l’autrice su IG, non solo per dirle che l’Attraversaspecchi mi ha regalato dei momenti magici e fatto dubitare delle mie doti di scrittrice, ma anche per intimarle di scrivere il quinto libro, perché noialtri abbiamo bisogno di saperne di più e ci sta un po’ sul cazzo la fine che ha scelto. Il fatto sconcertante è che lei utilizza i social come mere vetrine (cosa priva di senso e che mi rifiuto di attuare anche per i miei clienti) dimenticando la vera funzione sociale di questi canali. Peccato. 

Trama veloce dell’Attraversaspecchi

L’universo è costituito da Arche (i nostri pianeti). La protagonista si chiama Ofelia e abita su Anima: è la classica nerd impacciata e selvatica, priva di senso estetico ma dotata del dono della lettura (ogni oggetto su cui posa le mani le restituisce le emozioni di chi l’ha toccato prima di lei) e in grado di attraversare gli specchi per spostarsi tra luoghi diversi. Dopo aver rifiutato di sposare un paio di pretendenti, la famiglia (costituita per lo più da parenti disagiati) le combina un matrimonio con Thorn, un energumeno musone proveniente dall’arca del Polo, situata a nord e dove c’è sempre un freddo cane. Accetta suo malgrado la proposta, lasciando il suo pianeta per trasferirsi in un mondo folle, completamente opposto al suo, e affrontare da lì in poi tutta una serie di prove e avventure. 

L’interdizione del titolo

Ammetto che quando mi hanno consigliato di leggere l’Attraversaspecchi sono rimasta un po’ interdetta: sembrava il titolo di un libro per bambini, non del tutto adatto alle mie esigenze di lettrice over 30. Conosco bene il detto “non si giudica un libro dalla copertina” (e a quanto pare nemmeno dal titolo), ma quello è un trattamento che mi sento di riservare più alle persone che ai nostri amici di carta. In realtà mi sbagliavo, mi sbagliavo tantissimo. L’Attraversaspecchi si è rivelato una bellissima sorpresa. Più andavo avanti con la lettura più non mi capacitavo della bravura della Dabos, della forza dei suoi personaggi, degli scenari incredibili e della coerenza mantenuta viva fino alla fine. Che poi sì, ripeto, ha un po’ incasinato verso la fine, ma considerata la statura dei primi romanzi, l’ho decisamente perdonata. 

L’amore può non essere banalizzato  

Anche in questo romanzo c’è una storia d’amore, ma attenzione: non costituisce il perno centrale della questione (nonostante a un certo punto ci si strappi i capelli per alcune scelte/non scelte dei protagonisti e si resti con il fiato sospeso per tante, tante pagine). La forza dell’Attraversaspecchi è, a mio parere, l’assoluta mancanza di retorica romantica di cui invece sembra non possano fare a meno certi altri romanzi. 

Ofelia non rappresenta la classica gnocca spaziale, anzi, per alcuni versi pare un po’ sfigatella, una persona molto ordinaria che ovunque va e qualsiasi cosa fa, provoca danni. Tipo la signora Fletcher ma senza gente che muore.

Nonostante le conclamate insicurezze, non si piegherà mai a Thorn, (la co-star maschile con cui la fanno fidanzare) annullandosi e vivendo nella sua ombra. Vivrà dei sentimenti, sì (è una cosa che facciamo tutti quotidianamente senza per questo renderci ridicoli o auto sabotarci), ma sempre conservando la sua identità. Sembra una roba normalissima, ma credetemi, non lo è. Molte scrittrici hanno fatto prendere una deriva inquietante alle proprie protagoniste donne, descrivendole inizialmente alla stregua di divinità, genie della scienza e super affermate, per poi ridurle a dolci cagnolini mansueti e indifesi, che non ricordano più come si sta al mondo perché troppo impegnate a consegnare la dignità nelle mani del proprio uomo, la cui fame di possessione farebbe scattare minimo minimo una denuncia per stalking, ma a loro piace un casino. 

Giudizio finale sull’Attraversaspecchi

Non mi piace dilungarmi troppo sulle trame dei romanzi: le schede tecniche mi hanno fatto sanguinare gli occhi fin troppo alle elementari e qui siamo tra amici, non all’esame di Critica Letteraria (da cui comunque sono uscita con un sobrio 30). Non vi dico di più sull’Attraversaspecchi se non di immergervi nella lettura di questo capolavoro fantasy e lasciarvi trasportare in un mondo incantato che, sì, ha le sue falle, ma in questo momento anche una falla mi sembra un posto più simpatico della nostra realtà.