Tempo per noi

Questioni di tempo

Non è mai abbastanza il tempo per noi, quello investito a fare ciò che ci piace, che ci fa stare bene, che ci connette con i nostri pensieri più intimi. Non è mai abbastanza, nonostante nessuno ci obblighi affinché sia così. Spesso dipende principalmente da noi, l’amore che vogliamo dedicare a noi stessi, per il nostro benessere fisico e mentale.

È un cammino lungo, quello per l’abbattimento di costruzioni sociali radicate da tempi immemori; quelle che ci vogliono perfetti ad ogni costo, secondo cui dovremmo rinunciare ai nostri sogni per i sogni di qualcun altro, che dicono che bisogna accontentarsi; è un cammino lungo ma non impossibile.

Anziché sentirci in colpa per qualcosa che non si è riusciti a fare, per quelle pulizie di casa rimandate, quel letto sfatto, quella voglia di cucinare pari a zero, quell’energia inesistente per andare in palestra, potremmo cominciare a valutare di volta in volta, cos’è che ci fa stare meglio in quel preciso momento.

Stare in pigiama fino all’imbruttimento irreversibile? Gustare una pizza surgelata scadente? Farsi largo tra pile di vestiti e arredamento vario nel tragitto bagno – salotto?

I sensi di colpa

Dopo anni di rimproveri interiori e senso di affaticamento per mancato rispetto di un codice non scritto, ho deciso di ascoltarmi di più, di imparare a sorvolare i giudizi altrui, ma soprattutto, di uccidere quel maledetto senso di colpa che mi perseguita dacché ho memoria.

Le sorti del mondo non possono dipendere da me, serve uno sforzo congiunto di intenzioni perché le cose vadano bene.

Ed è questo il regalo più intenso che mi sono fatta ultimamente, da donna, da lavoratrice, da eterna Peter Pan, da migrante, da persona umana. Cercare di chiedere meno a me stessa, e non aver paura di chiedere agli altri, anche quando sembra che tutto sia sotto controllo, che ce la faccio da sola, che la forza della natura abbia preso la residenza a casa mia.

Il positivo

Concentrarmi sui lati positivi, che troppo spesso dimentico, è stato un importante passo verso la serenità. Detto a parole sembra roba da niente, ma per arrivarci ho fatto sforzi enormi, lavorando molto su di me e sui miei ritmi.

Così, mi sono guardata da fuori, e ho visto una giovane donna con un bagaglio di esperienza da non sottovalutare, tra vita all’estero, lingue straniere nuove, lavori diversi, relazioni umane delle più strane. Come non essere grati per tutto ciò? Impossibile.

Allora, nonostante le difficoltà e i momentacci, mi dico un bel grazie per quello fatto finora, e per quello che ancora verrà. Viaggiare non è poi così male se alla fine si torna cresciuti e ci si conosce di più.